Quando l’originalità chiama
Rispondere a uno stile, ricercare, adeguare, mescolare, ascoltare, imparare.
Spazi difficili, audaci, stimolanti in cui siamo chiamati a riversare originalità ogni volta più originale,
ogni volta più personale…
Come allestire tra rotoli di stoffa, mille per tipo e per colore,
dove il bianco è l’unica risposta per non levar loro il palcoscenico,
oppure tra quelle stesse stoffe già confezionate e divenute abiti preziosi di qualche atelier,
quando un ferro di cavallo asseconda per cavalleresca geometria.
Talvolta, ricreare atmosfere di letterarie osterie,
quando il pane era farinoso al tatto e il gomito scivolava su legno usurato,
così come inscenare divertenti picnic,
un po’ agresti, un po’ colorati, ma sempre comunque leggeri e raffinati.
Addirittura ingegnarsi in atmosfere metalliche, grezze per scelta,
in quelle occasioni in cui le forchette non devono tintinnare, ma sibilare…
…in cui un bicchiere non deve essere fine e trasparente,
ma sospeso e solo a disposizione della gente.
E ancora, nascondersi tra l’antiquariato…
…o semplicemente godersi il Medioevo,
quali giullari di esigentissime corti,
…o assaporare la pace di un secolare giardino,
quando a parlare non dev’essere un tavolo, ma il verde silenzio che abbiamo vicino.