Posto al gusto n. 53 – “M’ama o non m’ama?” Certo che m’ama!
Oggi un altro matrimonio da raccontarvi che ha visto impegnato l’Atelier Eventi del catering MaggiorDomus. Non solo, quindi, studio e organizzazione del banchetto, ma anche allestimento della chiesa e coordinamento dei due momenti.
Sposarsi in autunno permette di eleggere a regina di fiori la margherita, scelta stagionale per chi punta a un’eleganza semplice e delicata, fiore flessibile e opportuno ad essere abbinato ad altre varietà, a più materiali o addirittura a bacche e frutti grazie alla sua dimensione tonda e proporzionata.
Nel linguaggio dei fiori, la margherita ha parecchi significati. È innanzitutto collegata al concetto di verità, è associata alla purezza, alla modestia, così come alla pazienza e alla fedeltà. È per eccellenza il simbolo della giovinezza e dell’innocenza, basti pensare all’immaginario popolare delle fanciulle di un tempo, sempre rappresentate con questo fiore tra i capelli o nelle mani.
I nostri sposi di queste immagini erano giovani, belli e per di più si dovevano sposare a settembre inoltrato: come non pensare ad un allestimento di sole margherite, dalla chiesa ai tavoli di cocktail e cena?
Il risultato? Un matrimonio fresco e pieno al tempo stesso. Abbiamo optato per ceste e cestini di vimini bianco in cui contenere le margherite e l’esito è stato un ambiente bucolico e chic.
Altre soluzioni? La latta per uno stile più urbano, quasi industrial, il vetro trasparente per ambientazioni easy country, addirittura velluti, se si ricercano risultati contrastanti ma scenicamente avvolgenti.
Cosa ne pensate? “M’ama o non m’ama?”.
Noi, sposi e invitati abbiamo amato TUTTO: parola di margherita (fino all’ultimo petalo!).