Il valore aggiunto di cucinare in gennaio
Lo pensiamo ad ogni gennaio che viviamo: cucinare in questo mese ha una marcia in più, che gli altri periodi dell’anno non ingranano con la stessa spensieratezza e libertà d’espressione.
Infatti, mettersi ai fornelli nei primi giorni di un nuovo anno in primo luogo significa cucinare senza tradizioni da calendario che più o meno bisogna rispettare, come il Natale lasciato dietro le spalle o il Carnevale che qualche giorno può ancora aspettare; questo si traduce spontaneamente in giorni di carne o di pesce, che tanto è indifferente, cui l’unico potere decisionale spetta al gusto personale.
Si può stufare, brasare, sfornare e spadellare senza limite di sorta: il freddo invoglia anche le cotture più lunghe, è il momento giusto per esasperare i sapori. Ci sono i giorni che profumano di arrosti e di baita, altri che odorano di pesci e cotture del Mare del Nord. Altri ancora che ci invogliano a proporre degustazioni di tè bollenti durante il coffee break di un meeting o che hanno licenza di mescolare cioccolate calde e sagomare pasta frolla che ben le accompagni.
Alcune mattine partono con l’oro in bocca di una vellutata di verdure da ideare con creatività: cavolfiore, carciofi o patate, come sanno scaldare stomaco e cuore le creme di gennaio gli altri mesi nemmeno se lo immaginano.
E poi il radicchio, il tardivo in primis, il re della stagione. È nei suoi giorni migliori, quelli in cui il colore viola è intenso, la consistenza croccante e il gusto equilibrato e maturo. Onnipresente nelle nostre cucine, in queste settimane si infila ovunque, dai contorni ai primi piatti, dalle salse per le carni ai pinzimoni d’inverno.
Se ogni stagione ha i suoi frutti, diteci, come si fa a non amare gennaio e le sue intenzioni da scoprire?
Noi lo amiamo, lo esaltiamo e con lui ci divertiamo… come con nessun altro mese… dite che stiamo palesando una preferenza inopportuna? ?