I speak cucina veneta
Apprezziamo sempre più la sperimentazione di diversi modi di mangiare, legati a gusti inediti importati da cucine lontane e associati a quei nuovi sapori, veloci viaggiatori del web, che giungono sulle nostre tavole e nelle nostre città come alternativi saperi.
A volte addentiamo il differente per curiosità, altre per cieca moda, altre ancora per richiamare alla memoria un paese visitato e mai scordato, e ampliamo così l’esperienza delle nostre papille e della nostra arte ai fornelli. Ogni giorno di più.
Possiamo chiamarlo frutto della globalizzazione in cui stiamo imparando a muoverci – e non solo dal lavello al frigo.
Contemporaneamente, e per fortuna ci permettiamo di aggiungere, una conoscenza acquisita mai potrà annullare un bagaglio culturale di base che volentieri si arricchisce, ma che non ha nessuna intenzione di essere sostituito.
La serata dedicata a voi e alla Cucina veneta è nata ed è stata realizzata proprio a partire da queste considerazioni.
Perché, se lo zenzero sottile lo assaggiamo, e pure lo gradiamo, è pur vero che le nostre origini partono dall’orto e da alimenti preparati senza l’ausilio di spezie o ingredienti esotici, dove la semplicità fa da padrona e, in fondo, sempre conquista.
Flirtiamo con il sashimi, ma sposiamo il radicchio, proviamo un pollo alle mandorle, ma acquistiamo una luganega a spicchi, assaggiamo il sake eppure ci facciamo scaldare pelle e anima da una minestra di fagioli, al più da una grappa.
Un basmati forse ci sazia, ma non ci riempie il cuore come un risi e bisi.
Il salmone con l’alga attorno ci conquista per il vivido colore, ma il baccalà per il tradizionale odore.
Una serata “nostra” in ogni senso possibile del termine.