Harira

Scritto da Maggiordomus il

Harira

L’harira è la zuppa del Ramadan. Un piatto popolarissimo che si gusta in tanti modi, caldo o freddo, talvolta con l’aggiunta di pasta o riso, con carne, con legumi e verdure, insomma come sempre ne esistono molte varianti.
È un piatto di carattere, che racchiude i profumi di una terra che conquista per i suoi colori, i suoi profumi e il suo calore. Passando dall’Atlas alle valli del Dades, alle coste, alle città imperiali il Marocco lascerà a bocca aperta per la bellezza dei suoi mille paesaggi.
Se siete stati a Marrakecht, non potete non aver visitato la sua piazza più famosa. Ecco, io direi che se si prova l’harira, non si può più dimenticarne il sapore, proprio come chi vede la piazza jama’a el-Fna non può dimenticare la particolarità di questo luogo.
La ricetta di oggi la lascio ai nostalgici che abbiano voglia di ricordare i profumi e i sapori di questa meravigliosa terra, ma anche a chi invece non la conosce per niente, e che magari questa possa essere l’occasione per scegliere come meta di un futuro viaggio in questa terra che rimarrà certamente nel cuore.
Il piatto non è complicato, richiede solo una cottura prolungata. Ma chi ha poco tempo non disperi, con l’aiuto della pentola a pressione a nessuno sarà preclusa la possibilità di provare un piatto perfetto per riscaldare il cuore nelle serate invernali in attesa del prossimo viaggio.


Harira
Ingredienti
per 4 persone


carne di manzo: 350 gr
passata di pomodoro: 600 gr circa
ceci: 100 gr (in alternativa già bolliti)
patata: 1
carota: una
cipolla: una grande
sedano: il cuore di uno
prezzemolo: un mazzetto piccolo
coriandolo: un mazzetto piccolo
limone: il succo di mezzo
cannella: 1/2 bastoncino
zenzero: un cm di radice fresca
harissa: 1/2 cucchiaino (facoltativa)
olio extravergine d’oliva: qb
sale: qb
farina: qualche cucchiaio


Procedimento
Se usate i ceci secchi, metterli ad ammollare per una notte.
Tritare finemente la cipolla, il sedano, il prezzemolo e il coriandolo. Soffriggere la cannella e lo zenzero con un pò d’olio evo. Aggiungere poi la cipolla e il sedano con la metà delle erbe aromatiche. In un’altra padella rosolare la carne tagliata a cubetti e leggermente infarinata. Poi aggiungerla al soffritto e continuare a cuocere per qualche minuto. Aggiungere un litro d’acqua, portare a bollore, salare, aggiungere la patata e la carota a pezzi grandi e cuocere per circa un’ora. A questo punto, se i ceci sono solo ammollati aggiungerli a tutto il resto, se invece sono già bolliti aggiungerli verso la fine. Ovviamente la cottura dei ceci è lunga, regolatevi a seconda del tempo a disposizione e potete anche optare per la pentola a pressione, in questo caso dimezzate i tempi.
Diluire la passata di pomodoro con un litro d’acqua circa, aggiungere il cucchiaino di harissa e le restanti erbe aromatiche fresche e aggiungere il tutto alla carne dopo circa un’ora (se avete optato per i ceci ammollati). Quando la patata e la carota saranno tenere, passarle al setaccio e rimatterle nella pentola. Cuocere a fuoco basso finchè la carne e i ceci non sarnno teneri e il brodo sufficientemente ristretto aggiungendo anche i ceci se avrete optato per quelli già bolliti. Verso la fine, regolare di sale e aggiungere il succo di mezzo limone spremuto (o secondo i proprio gusti).
Servire calda


Consigli: come già detto l’harira è un piatto che si presta a molte varianti. È possibile aggiungere un po’ di riso o pasta tipo vermicelli. Si possono aggiungere anche delle lenticchie o del cavolo se piace. La zuppa finale comunque dev’essere vellutata e sufficientemente densa (ma comunque ancora liquida). Talvolta per una maggiore densità si aggiunge anche un pò di farina. Io preferisco aggigere un pò di patata e carota e poi passarle al setaccio, che ne migliorano anche il sapore, ma è possibile anche ometterle.


Suggerimento: l’harissa è una salsa piccante marocchina. È possibile trovarla nei supermercati molto forniti o nei negosìzi di cibi etnici. In mancanza potete sostituirla con un pò di peperoncino se vi piace l’idea di una zuppa piccante, ma si possono omettere entrambe.